Il salto in alto da una bolletta aziendale da 47.000 euro nel 2021 a una da 172.000 (+360%) nel 2022 non può rappresentare un passaggio normale, e neppure una conseguenza di un conflitto bellico che è iniziato solo a fine febbraio del 2022.
Bisogna fare di più per contrastare i rincari energetici che stanno attanagliando la produzione manifatturiera italiana, e soprattutto evitare di legare questi rincari a una situazione contingente di conflitto tra Russia e Ucraina, perché non è così. Se ne è parlato questa mattina all’associazione Stampa Estera a Milano, dove il presidente lombardo di Confartigianato Eugenio Massetti era accompagnato dal direttore del centro studi Fiscal Focus Antonio Gigliotti, dal Ceo di Unifond Aldo Arici e dall’europarlamentare Paolo Borchia.
A questo, conclude Arici, va sicuramente aggiunta l’impossibilità di attuare la cassa integrazione in aziende subfornitrici, “perché non hanno un magazzino di prodotti che possono continuare a fatturare”, e quindi questo significa “ucciderle”.