«L’ odierno sciopero nazionale dei Taxi cominciato alle ore 8 -commenta Emilio Boccalini presidente di Taxiblu 02.4040, il più grande Radiotaxi di Milano- trova le sue “ragioni” nei tanti e piccoli problemi che la nostra categoria vive e subisce anche da diverso tempo. La pandemia ha acuito vecchi problemi e ne ha generati di nuovi. Non voglio fare la classifica delle città, perché
ogni lavoratore, ogni collega, ha pari dignità e purtroppo ha gli stessi problemi indipendentemente dalla città in cui lavora. Ma è chiaro che queste problematiche in una città come Milano credo si percepiscano e amplifichino ancora di più perché ci colpiscono su diversi fronti. Pensiamo al fenomeno dell’abusivismo o anche a solo quanto le multinazionali che gestiscono certe piattaforme abbiano in questi anni più volte, in virtù anche di leggi con troppe zone grigie, provato a distruggere il nostro lavoro, infischiandosene delle regole. Il tutto in nome di una maggiore libertà, sbandierata da aziende estere che nemmeno pagavano le tasse in Italia. E poi è arrivato il 2020, con i problemi legati alla pandemia che ancora oggi si fanno più forti e spietati per chi come noi vive del contatto col pubblico e degli spostamenti. Da mesi non si vedono turisti a Milano. Parlo dei grandi e medi gruppi che negli ultimi anni l’hanno contraddistinta per essere una delle mete più scelte e che nel 2019 aveva segnato dati incredibili in tal senso. I voli dagli aeroporti sono praticamente al minimo così come i passeggeri che scelgono un Taxi. Clienti e lavoratori legati al mondo delle Fiere, dei grandi eventi e businessmen non ne arrivano più. Così come la gente che lavora negli uffici della città. Sono mesi che richiediamo ad esempio di potenziare i voucher Taxi destinati ai malati, agli anziani e alle categorie più in difficoltà. Ma non solo. Ci siamo offerti per portare gli studenti. Niente, nessun riscontro ci è mai arrivato in tal senso. Si è preferito “stipare” questi ragazzi nei mezzi pubblici fino ad arrivare alla situazione odierna di Milano, con la zona “rossa” e tutto quello che comporta. E tutto questo è solo la punta dell’iceberg di problemi che investono la categoria, che oggi giustamente sciopera e con la quale come me, tutti dovremmo essere almeno un po’ solidali».