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Cultura, Brescia e Bergamo ‘sorelle’ a Milano verso il 2023

Le due città saranno capitale europea della Cultura nel 2023

Fratelli, anzi sorelle, cugine, vicine di casa. Dopo Mantova, prima capitale italiana della cultura nel 2016, si avvicina il giorno delle altre due lombarde Brescia e Bergamo che oggi, a Milano, hanno presentato il dossier 2023 ‘La città illuminata’. Una luce di cultura che si schiude nel buio della pandemia, periodo in cui è sorta l’idea della candidatura, e della guerra in Ucraina adesso. Cultura come leva di ripartenza e sviluppo, fattore di coesione e di identità e quindi propulsore di pace, per un anno di iniziative che legano la Leonessa e la Città dei Mille in un solo progetto “ambizioso ed europeo” (dicono i sindaci Giorgio Gori e Emilio Del Bono) che punta a superare la storica rivalità.

Eppure le due città sono davvero unite nella storia, con il loro protagonismo risorgimentale, nel sistema di valori imprenditoriali che le colloca tra le prime in Europa per produzione manifatturiera, e ancora nel patrimonio artistico e nelle tradizioni come Santa Lucia, la santa della luce, giorno nel quale sarà inaugurato l’anno da Capitale. Il dossier 2023 è stato presentato questa mattina a Milano, alle Gallerie d’Italia.

Presenti, oltre ai sindaci di Bergamo e Brescia Giorgio Gori ed Emilio Del Bono, il collega meneghino Beppe Sala, il presidente lombardo Attilio Fontana, i ministri al Turismo e alla Cultura Massimo Garavaglia e Dario Franceschini, il presidente emerito di Intesa San Paolo e padrone di casa Giovanni Bazoli, il presidente del comitato Bergamo-Brescia Enrico Pazzali, il presidente di Fondazione Cariplo Giovanni Fosti e il curatore del dossier, docente della Bocconi, Stefano Baia Curioni.

Di “un anno speciale” e “grande opportunità di crescita comune” hanno parlato i due ‘papà’ Gori e Del Bono: un’opportunità che “nasce nel periodo peggiore della nostra storia recente”, ha detto il bergamasco, e che dimostra, secondo il bresciano, come la cultura non sia “solo stratificazione monumentale ma il modo con cui noi reagiamo alle difficoltà e ai cambiamenti”. Un piano che- nelle sue quattro aree: la cultura come cura, la città natura, la città dei tesori nascosti, la città che inventa- e con più di 500 progetti promossi da istituzioni culturali e associazioni locali, anche provinciali- “rende ricca la Lombardia”, ha detto poi Gori rivolgendosi a Fontana.

E parlando proprio di cifre, sono circa “150 milioni” i fondi stanziati “in opere, dalla valorizzazione del patrimonio artistico, alla realizzazione della ciclovia” che collegherà le due città. Un finanziamento, questo da 6 milioni, garantito dalla Regione, a cui si aggiungeranno “500 mila euro col prossimo bilancio di assestamento” ha annunciato il governatore che ha ribadito il proprio sostegno a “due territori fondamentali per la nostra Regione, sia come capacità economica sia come fermento culturale”.

Dopo questi anni difficili l’idea di cultura come cura “ci è sembrata la via più giusta da seguire per sanare lo strappo sociale che si è creato” ma anche per il rilancio economico dell’area, ha commentato Pazzali sottolineando la “efficiente collaborazione in corso tra istituzioni pubbliche e private”. Bergamo-Brescia sia per le due città quello che Expo è stato per Milano, è stato il suo auspicio.

In scia Fosti, numero uno di Cariplo, partner della governance con le fondazioni di comunità locali, che annuncia un nuovo bando per le associazioni no profit da 3.5 milioni: “Tanto più grandi sono le sfide quanto più bisogna investire in cultura per il suo essere elemento di rafforzamento della comunità” e forma di “lotta alle disuguaglianze”.

Da qui “riparta l’Italia” insieme ai suoi territori, è stato l’invito del padrone di casa Bazoli. Bresciano, ha ricordato le sue origini, dal nonno Luigi al padre Stefano, partigiano e costituente, ribadendo infine l’impegno di Intesa (che ha ‘federato’ le banche territoriali di Brescia e Bergamo ben prima che le due città si unissero come Capitale) a continuare a sostenere iniziative di crescita civile e culturale.

“Non si premia la bellezza della città- ha spiegato Franceschini- si premia la qualità del progetto, quanto di innovazione, quanto di coinvolgimento, quanto di partecipazione, si riesce a costruire intorno al proprio patrimonio materiale e immateriale”. Al ministro (in città ad inuagurare anche la fiera Mi-Art dopo un sopralluogo all’Anfiteatro di via De Amicis con l’assessore Tommaso Sacchi) il compito di chiudere la conferenza stampa: “Se è notte si farà giorno”, solevano ripetere i partigiani ravennati, “la ‘Città illuminata’ sarà il giorno che viene dopo la notte”.

fonte agenzia dire.it

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