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Giornata contro lo spreco alimentare, Raineri Olio in prima linea

La Regione Lombardia è in prima linea per ridurre questo spreco del 30% entro il 2025 e del 50% entro il 2030.

Chiara Rinaldi: “Pratiche già adottate in azienda anche prima dell’adesione a ‘Too Good To Go’”

“L’olio è un conservante naturale può essere consumato anche in prossimità della scadenza, non fa male”, sottolinea la manager della Raineri.

 

Nei giorni scorsi si è celebrata la 9° Giornata Nazionale di ‘Prevenzione contro lo Spreco Alimentare’, che è coincisa con il primo anniversario del ‘Patto contro lo Spreco Alimentare, lanciato il 5 febbraio del 2021. L’azienda Raineri di Chiusanico in provincia di Imperia aderisce alla piattaforma ‘Too Good To Go’ l’app antispreco nata in Danimarca che si pone l’obiettivo di abbattere gli sprechi alimentari mettendo in contatto le attività commerciali che devono smaltire la merce prossima alla scadenza e i consumatori che possono acquistarla a prezzi ribassati. Negozi di alimentari, supermercati fino a panetterie e bar, possono, dunque, offrire i propri prodotti a fine giornata o in prossimità della scadenza a un terzo del normale prezzo di vendita.

Ma come la mettiamo con la data di scadenza stampata sulle etichette delle bottiglie di olio?  “Ufficialmente -spiega Chiara Rinaldi che in azienda si occupa, tra l’altro di questi progetti-  fino a qualche anno fa, la scadenza dell’olio era a 24 mesi, poi la legge è stata modificata e ridotta a 18. Il presupposto dal quale dobbiamo partire è che l’olio è un conservante naturale, quindi, al netto che quanto più viene consumato fresco meglio è, anche in prossimità della scadenza, non fa male, al massimo perde di ‘brillantezza’ e di alcuni elementi nutritivi. La dicitura, infatti, riporta ‘preferibilmente’. E se proprio il consumatore non è e convinto lo può usare per cucinare”. “In azienda, comunque, seguivamo questo protocollo con l’iniziativa ‘fabbrica consapevole’ anche prima dell’adesione alla piattaforma telematica nel caso di prodotti tornati indietro vicino alla data di scadenza che potevano venire acquistati, ad esempio, dal personale o donati”, sottolinea la Rinaldi. “C’è la necessità – prosegue – di formare un consumatore consapevole, si deve fare un lavoro sul negozio, incentivare l’utilizzo dell’app facendo presente al consumatore che a fine giornata o il giorno dopo può avere una promozione o uno sconto. L’alternativa è far tornare indietro il prodotto, con costi di carburante e ambientali.  Se, invece, l’esercente, lo mette in offerta, nel frattempo, tra l’altro, il cliente che va ad acquistare il prodotto scontato vede quello che c’è nel negozio, con conseguente effetto ‘vetrina’. Per quanto riguarda i supermercati che noi serviamo hanno aderito 4 punti che gestiscono internamente il servizio”. Too Good To Go’ ha fornito i dati del primo anno di collaborazione a livello planetario: “Abbiamo raggiunto insieme risultati importanti, come i 212.000 prodotti recuperati insieme ai nostri partner industriali, le 368.000 Magic Box salvate, i 10 milioni di prodotti con l’Etichetta Consapevole sul mercato, e i 145.000 euro di prodotti donati grazie al supporto della Croce Rossa Italiana. Ringraziando i nostri partner per il supporto e per l’impegno dimostrato durante l’anno trascorso, siamo sicuri che anche il prossimo anno ci porterà tante soddisfazioni e il raggiungimento di nuovi obiettivi importanti. Il nostro paese si è infatti classificato al secondo posto nell’area perdite e sprechi alimentari, grazie a livelli di spreco alimentare relativamente bassi ma soprattutto grazie alle politiche e alle iniziative messe in campo per contrastare gli sprechi, a livello pubblico e privato.  La strada per l’obiettivo spreco zero è però ancora lunga, considerando che secondo gli ultimi numeri del Food Waste Index 2021 pubblicato dalle Nazioni Unite, in Italia sono 67 i Kg di cibo pro capite gettati solo a livello domestico.

Secondo l’osservatorio 2022 nazionale Waste Watcher in media, a settimana, gli italiani hanno gettato il 15% in più dell’anno precedente. L’alimento più sprecato è la frutta fresca, seguita da insalate e pane fresco. Si getta il cibo di più al Sud (+18%), nelle famiglie senza figli (+12%), nei ceti medio-bassi (+12%), nei ceti popolari (+7%) e nei comuni medi (+8%).

In Lombardia – nello stesso rapporto commissionato due anni prima il cibo si buttava via meno di una volta al mese per un cittadino su due (50% contro il 48% nazionale), complice forse l’effetto Expo. Solo il 4% dichiarava di sprecare più volte nella stessa settimana (contro il 7% del dato nazionale).

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