Un progetto per moltiplicare gli strumenti di crescita e formazione dei ragazzi e delle ragazze del territorio, perché possano costruire progetti di vita consapevoli e arricchire il capitale umano e il lavoro della bergamasca, con una particolare attenzione a pari opportunità tra generi diversi: Bergamo lancia così il proprio Patto di Comunità, un progetto complessivo intorno e per le scuole, con particolare attenzione alla popolazione da 0 a 18 anni, ma non solo.
L’obiettivo è quello di aiutare i giovani a scegliere al meglio il proprio percorso formativo – contrastando quindi anche il fenomeno della dispersione scolastica – e a imboccare una carriera professionale che sia soddisfacente per loro e che arricchisca il sistema produttivo territoriale.
Per riuscirci, il Comune mette in campo politiche e progetti di accompagnamento orientativo per tutte le fasce d’età (da 0 a 18 anni), collaborando con il sistema territoriale e mettendo a sistema tutte le iniziative già esistenti in città e in provincia: il rafforzamento dell’InformaGiovani verso l’erogazione dei servizi al lavoro, l’apertura alle scuole secondarie del network degli spazi giovanili della città, l’espansione del progetto scuole aperte con attività orientative per le scuole secondarie di primo grado, il consolidamento dell’iniziativa “sport in cartella” per supportare le skills di base per aiutare i giovani a scegliere gli sport da praticare, solo per citarne alcune.
Partner tecnico dell’iniziativa è Fondazione ADAPT, che si occuperà del monitoraggio dei singoli progetti e del processo complessivo previsto dal Patto di Comunità. Il Comune di Bergamo, nei mesi scorsi, ha coinvolto intorno all’iniziativa tanti diversi stakeholder del territorio: la Provincia di Bergamo, l’Ufficio Scolastico Regionale – Ambito Territoriale di Bergamo, il sistema della formazione professionale (ENAIP, ABF, Patronato S.Vincenzo, ecc.), Camera di Commercio e Bergamo Sviluppo, Confartigianato, Confindustria, i Sindacati CGIL, CISL, UIL, la pastorale del lavoro della Diocesi di Bergamo, ACLI, ADASM, l’Università degli Studi di Bergamo e altri ancora.
“Siamo uno dei territori – spiega il Sindaco di Bergamo Giorgio Gori – con il tasso di disoccupazione più basso del nostro Paese, con percentuali intorno al 3%. Ma sappiamo anche che i nostri giovani facciano fatica a trovare il lavoro che fa per loro e registriamo anche un mis-match tra domanda e offerta di lavoro sul nostro territorio. La pandemia, inoltre, ha acuito il fenomeno della dispersione scolastica. Ecco allora che proponiamo un Patto di Comunità, innanzitutto per valorizzare quel che c’è si fa sul nostro territorio, costruendo un sistema che, secondo noi, si realizza solo attraverso una forte dimensione comunitaria che comprende tutti i soggetti impegnati sul nostro territorio. Il Comune di Bergamo cerca semplicemente di fare da innesco di questa iniziativa, che trascende la semplice dimensione cittadina, e cerca di costruire un’alleanza con il resto del territorio provinciale in una partita decisiva per il futuro della nostra Comunità e delle giovani generazioni.”
“Le politiche per arginare il calo di natalità in una città come la nostra – spiega l’Assessore all’istruzione e alle politiche giovanili del Comune di Bergamo Loredana Poli – si strutturano attorno alla visione di una città accogliente per i giovani e le famiglie con bambini: politiche di conciliazione, con attenzione ai caregiver familiari; politiche abitative; politiche educative di supporto alla scuola e al lavoro, politiche culturali e dell’attrattività. Nel Patto di Comunità proponiamo alla città un’attivazione specifica e comunitaria per le politiche educative di supporto alla scuola e al lavoro.
Si lavorerà, quindi, da un lato sulla quantità, qualità ed efficienza dei servizi per l’infanzia, dei servizi scolastici e di formazione professionale, ma anche di quelli educativi in senso ampio (musei, teatri, orto botanico, InformaGiovani, associazioni e terzo settore) e dello sport, anche a scuola; dall’altro sulla strutturazione di reti e specifici progetti tra differenti soggetti pubblici e privati che si occupano di educazione, istruzione, formazione e lavoro, finalizzati all’orientamento consapevole ed efficace alle scelte di studio e di lavoro dei giovani e all’attivazione di politiche attive per il lavoro, che ora possono costituirsi in vero e proprio patto di comunità.”
“In questo contesto, – conclude Poli – i punti di forza delle politiche comunali a supporto del sistema scolastico si articolano intorno all’assestamento di politiche orientative di qualità, volte a supportare la costruzione precoce di soft skills per migliorare la percezione di autoefficacia (fin dall’asilo nido e dalla scuola dell’infanzia), a favorire scelte efficaci del percorso di studi e/o di lavoro che generino storie di successo personale e valore aggiunto per la comunità e per il mondo del lavoro. Obiettivi principali sono l’estensione di percorsi e strumenti orientativi, la riduzione della dispersione scolastica, l’avvio di un sistema territoriale di orientamento e matching che affianchi le politiche attive per il lavoro.”
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Di seguito, le azioni già avviate sostenute e promosse dalla Amministrazione comunale:
Zerosei anni: coordinamento pedagogico territoriale 0-6 tra tutti i soggetti con focus sulle skills per la crescita dell’autonomia dei piccoli; almeno un percorso all’anno di formazione trasversale per insegnanti, coordinatori/trici ed educatori/trici, condiviso e aperto a tutti, oltre a quelli attivati da ciascun soggetto partner (o rete di soggetti); individuazione precoce di svantaggi o difficoltà, per intervenire tempestivamente a ridurre il danno e aumentare le possibilità evolutive; consolidamento di almeno due poli per l’infanzia a gestione pubblica (scuola statale+nido comunale) e almeno uno a gestione pubblico-privata; focus sull’utilizzo delle tecnologie per creare ambienti di apprendimento accoglienti ed emozionali; formazione degli operatori sull’educazione multimediale, orientata anche all’accompagnamento degli adulti (genitori).
Scuole aperte per l’ampliamento dell’offerta formativa in collaborazione tra Comune, scuole, terzo settore e associazioni del territorio: l’investimento del Comune di Bergamo per l’ampliamento dell’offerta formativa degli Istituti Comprensivi statali della città dal 2017 è stata orientata alla costruzione di progetti di apertura in orario extracurricolare delle scuole primarie, in collaborazione con gli Istituti scolastici e i Comitati/Associazioni dei genitori presenti nei territori. Sono stati predisposti: Linee guida alle Scuole aperte come esperienza di cittadinanza attiva; percorso partecipativo “Scuole aperte_Educare alla cittadinanza” con CSV, che ha realizzato un breve toolkit a completamento delle Linee guida citate; intreccio con il progetto nazionale “Scuole Aperte Partecipate in Rete, di Movi (Movimento di Volontariato Italiano).
Dal 2021 si avvia il progetto scuole aperte rivolto alla secondaria di primo grado, in collaborazione con il terzo settore (Consorzio SolCo Città Aperta, Consorzio Ribes, Patronato San Vincenzo) e con gli Istituti Comprensivi, dentro l’operatività complessiva del progetto interistituzionale WILL- Welfare Innovation Local Lab.
Primaria: STEAM- sostegno e collaborazione con BergamoScienza, sostegno al progetto di laboratorio STEM dell’IC Santa Lucia; progetto comunale “Sport in cartella” esteso a tutte le classi di tutte le primarie statali per supportare le skills motorio-relazionali di base; connessione veloce in tutte le scuole; supporto alla didattica digitale integrata anche in collaborazione con l’associazione Impara Digitale; sostegno a progetti musicali in collaborazione con il Centro Didattico Produzione Musica; progetti di educazione alimentare in connessione con le food policy comunali; consulenza pedagogica a carico del Comune a disposizione degli Istituti Comprensivi statali; contributi alle scuole per ampliamento dell’offerta formativa.
Secondaria di primo grado: in questo frangente in particolare le politiche educative orientative possono diventare la dorsale che sostenga da un lato l’apprendimento delle discipline, ma dall’altro, e soprattutto, il senso di autoefficacia e di autostima che possa mettere in grado i ragazzi di sostenere qualsiasi progetto di vita successivo: tutte le attività di orientamento e riorientamento dell’Informagiovani sono aperte alle scuole statali e paritarie di primo e secondo grado.
Il progetto Scuole aperte si evolve per questa fascia d’età in coerenza con questa indicazione e coinvolge la riconfigurazione di alcuni luoghi, dentro e fuori dalle scuole, e alcuni servizi comunali (tipicamente, gli spazi giovanili e alcuni luoghi dello sport e della cultura) e altri soggetti del terzo settore o delle imprese come fablab, ciclofficine e laboratori di tinkering.
Progetti di educazione al rispetto, alla cittadinanza consapevole, al benessere; Connessione veloce in tutte le scuole; supporto alla didattica digitale integrata, consulenza pedagogica a disposizione degli Istituti Comprensivi statali; contributi alle scuole per ampliamento dell’offerta formativa.
Secondaria di secondo grado e giovani lavoratori o neet: la relazione con le scuole di secondo grado avviene attraverso l’operatività delle politiche per i giovani, che così si aprono anche ai city users e non solo ai giovani residenti. Il laboratorio per l’occupabilità già finanziato dal Miur, realizzato in collaborazione con Confindustria, e situato al polo scolastico Paleocapa-Natta e al Kilometro Rosso è già riferimento importante per le scuole che hanno scelto di agire sia sul fronte del contrasto alla dispersione scolastica in connessione con gli Istituti di primo grado (nel quale si inseriscono anche progetti FAMI e altri finanziati da bandi – ad esempio della Fondazione Con i Bambini, in collaborazione con il terzo settore), sia sull’attivazione di progetti specifici per l’eccellenza tecnica e tecnologica. Di nuovo, le politiche orientative e, con focus sulla riduzione della dispersione scolastica, quelle ri-orientative specialmente dedicate al primo biennio delle scuole superiori, sono la dorsale portante per arrivare a costruire soft skills più mature e mirate. Il sistema dell’istruzione e formazione professionale è parte attiva dei processi descritti: ora le sperimentazioni, i progetti devono e possono essere sistematizzati e stabilizzati in opportunità note a tutta la popolazione studentesca.
Le scuole secondarie di secondo grado sono invitate ad aderire al Network degli Spazi giovanili della città, trovando per i loro studenti occasioni di interazione, anche tematica, con altri giovani e soggetti associativi e del terzo settore che lavorano con questo target d’età.
A questo si affianca una formazione diffusa di adulti (operatori e insegnanti) esperti di multimedia, anche in termini di cittadinanza digitale (attivato il percorso formativo per operatori dei servizi comunali infanzia, istruzione, politiche per i giovani, servizio minori e famiglie a cura dell’associazione Nuovi occhi per i media).
L’orientamento in uscita dalle scuole di secondo grado va a coinvolgere università e formazione terziaria, quest’ultima ricca nel nostro territorio ma ancora non sufficientemente conosciuta: l’ente locale e la rete di partner può sostenere la crescita della conoscenza e della reputazione e di ITS e IFTS e la loro integrazione nel sistema locale dell’orientamento.
I progetti orientativi della città e dell’Ambito territoriale 1 già dispongono di uno staff esperto dello Spazio Informagiovani competente e riconosciuto sul territorio. Il Servizio ora si è strutturato con una nuova sede in prossimità dei maggiori poli scolastici ma anche con un osservatorio (33 partner già coinvolti) e con una piattaforma digitale rivolta ai giovani a partire dalle scuole superiori (strumento facilitante anche i progetti in presenza e le relazioni dirette) per la valutazione delle competenze, la stesura accompagnata di cv, la creazione di percorsi formativi personalizzati sulle skills eventualmente individuate come carenti o mancanti, la connessione con l’infrastruttura dell’istruzione e della formazione professionale, il supporto alla ricerca di lavoro anche per i giovani più fragili, o per quelli che per varie condizioni faticano ad attivarsi, la costituzione di una rete di partner attivi per il placement: l’ente locale non si pone in competizione con il sistema professionale di chi eroga servizi al lavoro ma ne supporta le interazioni in funzione di una maggiore efficienza e capillarità delle possibili risposte ai bisogni del territorio. Qui il coinvolgimento delle associazioni datoriali e d’impresa e delle agenzie per il lavoro è decisivo per stimolare attenzione e promozione presso le singole imprese in cerca di personale.
Attorno al sistema territoriale già ricco di attenzioni, l’Amministrazione comunale chiama alla esplicita adesione e alla attivazione di specifici progetti, azioni, protocolli tutti i soggetti disponibili a riconoscersi nel patto della comunità per la scuola, vista come luogo della formazione e dell’inclusione sociale come basi del nuovo sviluppo basato sulla valorizzazione del capitale umano del nostro territorio con tre obiettivi primari:
-riduzione della dispersione scolastica e aumento della percezione di autoefficacia in tutto il percorso di studi, con attenzione alle differenze di genere che risultano ancora molto rilevanti;
– valorizzazione di tutti i percorsi formativi del secondo grado del sistema dell’istruzione e della formazione professionale con pari dignità e valorizzazione del sistema della formazione terziaria accanto a quella universitaria e della formazione permanente;
– strutturazione di un sistema territoriale per l’orientamento, la valutazione delle competenze, le politiche attive per il lavoro in collaborazione con le parti sociali e i soggetti erogatori dei servizi. Il sistema deve essere sostenuto da specifiche azioni di osservatorio e condivisione di dati su: abbandono scolastico, neet, andamento del mercato del lavoro con particolare riferimento all’individuazione di carenze e prospettive di espansione di ambiti specifici.