La richiesta dell’Associazione Medicina Democratica, per il ritiro dell’emendamento proposto dalla Lega, da parte della senatrice Maria Cristina Cantù, è di quelle che fanno discutere.
Tale provvedimento, approvato il 6 marzo nella X Commissione, potrebbe togliere il diritto agli anziani e malati non autosufficienti, a disporre di prestazioni socio assistenziali, oggi garantite dall’art 30 della legge 730 del 1983.


Medicina Democratica ha chiesto quindi alle massime autorità del Senato, il ritiro immediato dell’emendamento, dichiarando che di fatto: “Per anziani e malati non autosufficienti, la Lega negherebbe la copertura sanitaria integrale”.
Questa la dichiarazione: “Una mannaia potrebbe abbattersi sul destino di anziani e disabili non autosufficienti gravissimi, se venisse approvato in Senato l’emendamento della senatrice della Lega, Maria Cristina Cantù, che taglia il diritto alle prestazioni socio-assistenziali per anziani e disabili, oggi garantito dall’articolo 30 della legge 730 del 1983, secondo cui “sono a carico del fondo sanitario nazionale gli oneri delle attività di rilievo sanitario connesse con quelle socio-assistenziali”: per questo abbiamo inviato la richiesta del suo ritiro immediato al Presidente e ai Vicepresidenti del Senato, ai capigruppo e al Presidente e componenti della X Commissione Affari Sociali e Sanità” – E’ quanto hanno dichiarato il presidente di Medicina democratica Marco Caldiroli e le rappresentanti del gruppo di lavoro su cronicità e disabilità Laura Valsecchi, Paola Sabatini ed Elisabeth Cosandey. Sono circa 4 milioni, secondo ISTAT, gli anziani con gravi limitazioni motorie, sensoriali o cognitive, con crescita esponenziale nell’età più avanzata e gravescenza per pluripatologie, che nei casi più gravi richiedono assistenza e cure 24h24.
L’emendamento della senatrice Cantù, approvato il 6 marzo 2025, nella X Commissione Sanità del Senato, prevede infatti la modifica dell’art. 30 della Legge 730/1983, sostituito con la formula: ”Sono a carico del fondo sanitario nazionale esclusivamente gli oneri delle attività di rilievo sanitario anche se connesse con quelle socio assistenziali”, che di fatto taglia il diritto fino ad oggi riconosciuto di copertura sanitaria integrale, comprensiva quindi anche dei costi di ricovero per i malati non autosufficienti, che hanno interventi sanitari nettamente preponderanti su tutte le altre prestazioni.
“Ciò che lascia stupefatti – ha sottolineato Laura Valsecchi – è che la senatrice chiede anche una discutibile retroattività del suo emendamento: “le disposizioni si applicano anche agli eventuali procedimenti giurisdizionali in essere alla data di entrata in vigore della presente Legge”, sarebbe una enorme ingiustizia nei confronti delle persone anziane malate gravi non autosufficienti, spesso in precarie condizioni economiche, che dovranno sobbarcarsi le spese socio-assistenziali”.
Nel chiedere il ritiro dell’emendamento Cantù ci appelliamo alle ultime sentenze della Corte di Cassazione (Cass. civ n° 3490/2023 e Cass. civ n° 2038/2023), dove si riafferma il principio di diritto in base al quale le prestazioni socio assistenziali, che sono inscindibilmente connesse a quelle sanitarie, sono incluse in quelle a carico del Servizio Sanitario Nazionale e dunque gratuite per i cittadini”. Un “ cavillo” burocratico che mira a porre fine ai contenziosi fra le famiglie di alcune persone malate gravi e le case di cura per anziani e disabili (RSA e RSD) che non hanno applicato il tariffario di copertura al 100 per cento e che si sono risolti a favore delle persone anziane malate e non autosufficienti.
“E’ dimostrato – ha aggiunto Valsecchi – che la popolazione anziana è sempre più affetta da pluripatologie croniche degenerative, per le quali le cure sanitarie e socio sanitarie devono essere riconosciute e non tagliate: non è con i tagli che si “risolve” il problema, ma migliorando i servizi territoriali, riducendo le liste d’attesa e garantendo cure sanitarie adeguate nelle strutture residenziali e semiresidenziali, nel rispetto dell’art. 32 della Costituzione e della Legge 833 del 1978″.