sabato, Febbraio 22, 2025
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Unci AgroAlimentare chiede revisione accordo Ue-Mercosur, per garantire qualità e concorrenza leale

Senza regole chiare di reciprocità, “made in Italy” penalizzato

 L’Unci AgroAlimentare chiede una revisione dell’accordo di libero scambio tra l’Unione europea e Mercosur, l’organizzazione per il mercato comune dell’America del Sud, perchè preoccupata per le produzioni italiane.

La posizione è stata ufficialmente espressa dal presidente nazionale, Gennaro Scognamiglio, durante l’audizione della XIII Commissione permanente Agricoltura della Camera dei deputati, auspicando una maggior tutela dell’identità dell’agricoltore/contadino, dell’economia rurale e una concreta protezione del vero “made in Italy” e della dieta mediterranea planetaria.

“L’accordo così come è stato strutturato – ha affermato il dirigente dell’associazione di settore – sta creando serie preoccupazioni alle nostre cooperative agricole e alle organizzazioni di produttori a noi collegate, che ci hanno segnalato le ricadute negative di un trattato ormai datato, insieme agli aspetti positivi dell’accordo.

Come Unci AgroAlimentare non ci preoccupa l’apertura di un’area di libero scambio di cosi vaste proporzioni e di grande impatto sulla nostra potenzialità globale di vendita, ma piuttosto la perdita di identità e i rischi per la competitività delle produzioni italiane, dovendo fare i conti, per quel che ci riguarda, con gli standard normativi maggiormente selettivi ed impegnativi del nostro Paese.

Così infatti non vengono garantite pari opportunità alle produzioni italiane, rispetto a quelle degli altri Paesi membro dell’area di libero scambio.

In linea generale, saremmo favorevoli ad intese commerciali che possano estendere i mercati e agevolare le esportazioni, ma andrebbero rimossi gli ostacoli e le disparità, che attualmente si registrano e che non rendono realmente attuabile tale prospettiva.

Occorre quindi stabilire criteri di reciprocità per tutti i Paesi coinvolti e che i prodotti finiti rispettino i requisiti delle normative europee, in termini di tutela dei lavoratori, di sostenibilità, di salvaguardia dell’ambiente, di benessere degli animali, di limitazioni nell’uso dei fitofarmaci, di sicurezza e qualità alimentare, garantendo così i consumatori e impedendo una concorrenza sleale”.

“Per tutte queste ragioni – ha concluso Scognamiglio – non possiamo esprimere parere favorevole all’accordo e chiediamo alla commissione parlamentare Agricoltura di farsi portavoce, attraverso la deputazione europea, di una adeguata valutazione degli accordi di reciprocità”.

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