Lo screening è uno strumento di salute tanto più efficace quanto più partecipato e ha come scopo principale di intercettare le lesioni precancerose rappresentate dai polipi del grosso intestino o dai tumori in una fase precoce di malattia.
Lo screening del cancro colo-rettale si rivolge ad una popolazione di età adulta, che viene invitata, in vario modo, ad aderire alla iniziativa, ritirando generalmente in farmacia un kit per la ricerca del sangue occulto in un piccolo campione di feci. Solo in caso di positività si procede ad effettuare l’esame di secondo livello rappresentato dalla colonscopia.
In Lombardia lo screening colorettale si rivolge a uomini e donne residenti con età compresa tra 50 e 74 anni. Ogni due anni, le persone coinvolte, ricevono un invito da parte della propria ATS per l’esecuzione della ricerca del sangue occulto nelle feci.
Il programma di screening per il cancro colorettale è attivo in tutte le ATS lombarde e il numero di soggetti invitati nel biennio 2020-2021 per la fascia di età 50-74 anni è stato di 1.756.758 persone. Globalmente, la copertura per test della popolazione lombarda in età target è pari al 68,0%.
Il numero di soggetti che ha eseguito il test di primo livello per la ricerca del sangue occulto nelle feci è pari a 718,330 persone, pari a un tasso di adesione solo del 40,9%.
Su un totale di 718.330 test eseguiti, 32.140 sono risultati positivi, pari ad un tasso di positività del 4,5%
Sempre nel biennio in questione sono stati identificati 605 cancri, 3.237, adenomi avanzati e 6.794 adenomi iniziali.
A fronte di questi dati è importante sapere che tra coloro che scelgono di aderire al programma di screening, si rileva una significativa percentuale di guarigione con sopravvivenza fino al 90% dei casi, frutto di una diagnosi precoce del problema.
“I programmi di screening oncologici lombardi hanno affrontando un’importante modifica delle loro modalità organizzative e dei livelli di erogazione a causa della pressione imposta su tutto il Sistema Sanitario Regionale dalla pandemia sa Covid-19 – afferma il dottor Guido Manfredi, Responsabile della UOS di Endoscopia Digestiva, dell’ASST CREMA e Presidente Regionale Lombardia. Nel 2021 si è rilevato un parziale recupero dei livelli di copertura, che però non hanno ancora raggiunto i livelli pre-pandemici. Si evidenziano anche sostanziali difformità nelle diverse realtà territoriali della Regione. I margini di recupero sono pertanto notevoli e distribuiti su più fronti, definendo come obiettivi primi degli anni futuri il riallineamento con i trend virtuosi degli anni passati e un continuo sostanziale ampliamento di offerta e adesione. Inoltre, in considerazione dell’aumento dell’incidenza di malattie neoplastiche anche nel soggetto giovane, in un prossimo futuro si potrebbe prevedere l’estensione dello screening del cancro colon retto anche alla fascia di età 45-50 anni”.
Consapevole del valore determinante della prevenzione e della diagnosi precoce Aigo ha promosso nei primi mesi dell’anno l’indagine “Fattori che influenzano gli esiti dello screening organizzato del cancro colon retto in Italia”, che ha coinvolto oltre 50 strutture ospedaliere di 16 regioni italiane.