Dopo la prima edizione della mostra “PERMANENZA – ogni cosa è impermanente” dello scorso novembre, dal 22 al 29 marzo 2024 la galleria Quintocortile di Milano, viale Bligny 42, presenterà una variante della mostra sul tema dell’impermanenza con una selezione di opere a cura di Erika Lacava e Mavi Ferrando.
Jorgelina Alessandrelli, Daniele Cabri, Antonella De Sarno, Grazia Gabbini, Patrizia Fratus, Oriella Montin, Mauro Pinotti e Simonetta Testa sono gli 8 gli artisti coinvolti in questa seconda edizione, alcuni dei quali esporranno opere diverse rispetto alla prima edizione della mostra per approfondire l’analisi del tema. Le opere esposte spaziano tra contenuti di carattere esistenziale, come l’inevitabile memento mori, a tematiche di forte attualità come il cambiamento climatico, fino alla memoria e alla costruzione della nostra identità.
Attraverso mezzi espressivi che vanno dalla video arte alla fiber art, dall’installazione alla fotografia e alla scultura, gli artisti in mostra si muovono sul confine labile tra il concetto di permanenza e quello di impermanenza, mostrando la loro fragilità e il reciproco ridefinirsi e modificarsi nel tempo. Nel confronto tra le opere in mostra i significati attribuiti dagli artisti al concetto di permanenza e impermanenza si rafforzano a vicenda in un dialogo prolifico ricco di rimandi e suggestioni.
La metafora materica della solidità della stratificazione del “Manto della terra” di Jorgelina Alessandrelli si contrappone visivamente a quella della fragilità dell’esistenza umana, rappresentata dalla pelle sfrangiata di Daniele Cabri (“Avec le temps”), appesa emblematicamente a ganci da macellaio. Il video “In Perpetuum” di Antonella De Sarno riproduce l’esistenza senza tempo e la fuggevolezza di ogni istante che si riscontra in gravi stati di autismo, accanto al trascorrere del tempo rappresentato dalle acque lievi, di strati di carta, del “Fiume” di Simonetta Testa. In carta sono anche le “Pagine sparse” di Grazia Gabbini, progetto nato durante il periodo pandemico come riappropriazione dello spazio muto del foglio, privato ma adatto ad essere condiviso. “L’ultimo lenzuolo” di Oriella Montin indaga la dimensione intima di un vissuto emotivo cercando di analizzarlo tramite gabbie geometriche ricamate a mano. Si liberano invece nello spazio le tre “Radici” di Patrizia Fratus, figure dalle sembianze di donne con elementi non umani all’inizio e alla fine del corpo, per ricongiungersi alla terra. Ci riportano infine alla Terra le piccole sculture di Mauro Pinotti, fragili pianeti mononucleari ruotanti ognuno in un proprio orizzonte di senso, in un distopico “Futuro semplice” caratterizzato dalla scomparsa del nostro pianeta originario.
La mostra inaugura venerdì 22 marzo alle ore 18.00 ed è visitabile, fino al 29 marzo 2024, dal lunedì al venerdì dalle 17.00 alle 19.30 su appuntamento al 338 8007617. |