Ci sono serate invernali dove spesso ci si chiede cosa fare e come sappiamo tutti l’offerta televisiva dei giorni nostri così varia e multipla (ma non sempre all’altezza delle attese…) tende ad accontentare con il minimo indispensabile, mentre spesso abbiamo la possibilità di andare ad ascoltare (grazie alle tante offerte) uno spettacolo dal vivo che, alla fine lascia tutti soddisfatti, felici, ed “emozionati”. Così è stato il concerto di Natale che si è svolto lo scorso 17 Dicembre presso la Chiesa di San Francesco nella frazione della Grancia di Lainate, alla presenza di un folto pubblico, che alla fine ha riservato numerosi minuti di applausi al coro, vero protagonista della serata. Si dice che un buon cuoco, per essere tale, debba riuscire anche con una cucina “povera” ad ottenere piatti prelibati, ricchi di sapore , colore e gusto; rapportato alla musica il nostro “master chef” era il maestro Giovanni Scomparin, che con sapienza ed intelligenza sopraffina è riuscito ad imbastire e programmare un concerto dalle tinte e dai colori disparati, tanto da mettere in evidenza la bellezza delle voci presenti (una quarantina di cantori, provenienti da diverse realtà corali di Milano, Pavia e del Rhodense), tutte voci cesellate, lavorate e plasmate per ottenere ciò che lo spartito sul leggio del direttore prevedeva. Gli Ambrosian Chant, una quarantina di cantori “scelti”, ancora una volta hanno lasciato un segno indelebile eseguendo pagine musicali di non facile interpretazione vocale. Autori previsti per la serata quali Rameau, Couperin, ed Haendel prevedevano un alto livello esecutivo e così le voci raffinate e cesellate ad elevare al cielo la preghiera in musica, sono riuscite ad emozionare e coinvolgere il pubblico. Dobbiamo pensare a questo gruppo vocale capace di esibirsi in contesti di grande prestigio come il Vaticano, il Duomo di Milano, Praga, la Basilica di S. Ambrogio, la Cattedrale di Pavia, al Festival MI-TO e all’Università di Harvard (U.S.A.). Il concerto ideato e a cura del direttore artistico Rhodense ha intelligentemente fatto emergere un programma diviso in tre parti: l’attesa, la notte di Natale e la festa. Tre temi legati tra loro da pagine musicali sia monodiche come il Veni Veni Emanuel eseguite con bellezza e splendore vocale da un piccolo ensemble vocale, sia musiche polifoniche di grande carattere musicale quali Su moviam pastorelli, di Luciano Migliavacca, il S’accese un astro in cielo un’aria tratta dal Messia di Haendel dalle tinte di luce possente e dorata. Il concerto ha così avuto una sorta di crescendo Rossiniano nel suo programma musicale, dalle pagine delicate e tenui dei brani iniziali, si è arrivati all’esplosione teatrale dei brani finali, come in una promenade al museo, una passeggiata tra i quadri in acquarello, per arrivare agli squarci di luce alla Caravaggio. Altro elemento che ha permesso la riuscita della splendida serata è stato la felice presenza di ben tre organisti (cosa rara): i maestri Giorgio Cattaneo Organista presso Basilica di S. Ambrogio di Milano, Jacopo Pigato organista presso la Chiesa di San Francesco e Carlo Borghetti già allievo del maestro Luigi Toia (del quale si è ricordato il grande lavoro come docente). Gli organisti hanno saputo dare il giusto sapore alla serata, con esecuzioni di brani sia da solisti nelle pagine di J.S. Bach e Paul Fey, sia nell’accompagnare all’organo il formidabile ensemble vocale. Nel ricco menù della serata bisogna sottolineare la presenza dell’ensemble a flauti barocchi Lignum Musicae Stefano Rapetti al flauto soprano, Stefania Bai al flauto contralto, Lycia Gialdi al Chalumeau tenore e Fagotto; strumentisti di alta professionalità e specializzazione per la musica rinascimentale e barocca, che hanno accompagnato diversi brani in programma dando colore e sostegno alle voci. L’elevazione spirituale nelle parole del parroco Don Giancarlo Bestetti (che ha concesso il luogo di culto), che ha mirabilmente colto il momento di alta musica corale, musica destinata alla liturgia, ovvero preghiera in musica. Madrina e presentatrice della serata era Enza Sesti che ha sapientemente condotto dall’inizio alla fine con sobrietà ed eleganza. L’ampio consenso del pubblico consacra una serata ricca di emozione e di qualità nelle scelte, anche nei bis dove era previsto il coinvolgimento del pubblico (riuscito ampiamente), con il canto di Adeste fideles e di Tu scendi dalle stelle.