Il vernissage di Sara Fruet, presso il Giardino d’Inverno del Collegio dei Padri Oblati Missionari in quel di Rho, è stato un momento di comunione e commozione condivise da tutti i partecipanti che da più luoghi della Lombardia hanno raggiunto questo spazio d’elezione. Si è vissuta con intensità e semplicità l’arte a tutto tondo, arrivata in volo radente nei pressi della Basilica Minore nel cuore della cittadina rhodense.
Una due giorni di infusione nell’arte appunto, un fine settimana ricco di colori e che ha avuto il suo culmine quando sabato 24 giugno, proprio durante il vernissage dell’artista visuale Sara Fruet, poesia, musica e raffigurazioni pittoriche hanno cominciato a palpitare all’unisono.
Insieme all’artista Sara Fruet che ha dialogato col poeta Marco Bellini, c’erano i Poeticanti (Roberta Turconi e Paolo Provasi) che hanno dato voce e suono ad alcuni dei quadri presenti nella personale della Fruet. A coordinare l’evento e il dialogo, la giornalista Luisa Cozzi.
I fortunati ospiti, pellegrini essi stessi, alcuni già collezionisti della Fruet, si sono ritrovati all’interno di un luogo magico e magnetico, circondati da piante e luci naturali e da un allestimento semplice nel quale i colori mostravano visi e storie di viaggiatori, pellegrini e viandanti e musi di animali, in comunione col creato.
Così Padre Patrizio Garascia – Superiore dei Padri Oblati Missionari, nel suo saluto d’apertura della mostra: “Qui trovano casa tutti gli artisti, interpreti veri, autentici e creativi del cuore umano. Ciò che impressiona del Santuario di Rho [e di ciò che lo circonda, come il Collegio dei Padri Oblati Missionari] è che tutto (architettura, pittura, scultura, letteratura, poesia musica… insomma, arte e storia…) è partito da una immagine, da un dipinto raffigurante “la Pietà”, Maria che tiene sulle sue ginocchia e fra le sue braccia il Figlio Gesù tolto dalla croce… Un’immagine che ha 500 anni e che non si sa chi l’abbia dipinta; un artista di quel tempo, creativo, coraggioso, capace, capace di semplicità e profondità… E quell’affresco è diventato il punto di concentrazione di tanti sguardi, preghiere, suppliche… nei tempi della gioia, ma soprattutto nei tempi della prova (pestilenze, guerre, lotte, divisioni… ). Ma guarda un po’ cosa un’opera d’arte ha prodotto! Certo, c’è un fatto miracoloso, come quello avvenuto il 24 aprile 1583, della lacrimazione dell’affresco che lo ha reso famoso, ma rimane pur sempre un’immagine da contemplare!
E attorno ad essa grandi e famosi artisti si sono ritrovati lungo gli anni: Tibaldi, Morazzone,
Procaccini, Lanzani, Carsana, Morgari … Un artista anonimo come iniziatore del capolavoro che ancora oggi ci lascia a bocca aperta, quale è il santuario dell’Addolorata in Rho! Che mistero!”
E così Sara Fruet al termine del vernissage “Sono profondamente commossa della partecipazione, della vicinanza, del calore e di tutte le infinite emozioni vissute all’inaugurazione della mia personale che ha portato il titolo di “IN VOLO VERSO IL GIARDINO SEGRETO: STORIE DI VIAGGIATORI, PELLEGRINI E VIANDANTI”. È stato un viaggio nel viaggio. Fatto di colori, parole e luce. Tanta luce, che entrava dall’alto in questo meraviglioso giardino d’inverno. Illuminando in modo mobile ogni singolo quadro, rendendolo a volte brillante, a volte sommesso. Vorrei che il mio abbraccio arrivasse ad uno ad uno a tutti coloro che hanno in qualche modo partecipato. Di persona, con il pensiero, con il sostegno, con l’Amore.”
E quando non bastano più le parole, ci vengono in soccorso la sensibilità, l’immaginazione e la musica, a sorreggerci, completando l’opera dell’amore (appunto) che muove il sole e le altre stelle.
Ph credits: Virginia Conti
A cura della Redazione