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Sara Missaglia: il vino al centro per comunicare le eccellenze lombarde

Il vino trait d’union per raccontare il mondo che ci circonda. Tutto è interconnesso: storia,
tradizione, gastronomia, professioni e persone. Il settore dell’enoturismo si sta sviluppando sempre più in modo fiorente ed è un motore di promozione territoriale fondamentale. La Lombardia è un terreno che da secoli offre qualità ed eccellenze sotto ogni aspetto. Sara Missaglia lo ha compreso
appieno e da anni porta avanti una missione: raccontare le eccellenze del nostro territorio attraverso il vino, di cui è non solo sommelier, ma esperta docente e comunicatrice. Autrice del libro Valtellina In Alto i Calici, insieme a Paolo Stecca e con la cura dell’esperto Casimiro Maule, ci porta in un viaggio alla scoperta dei vini e delle cantine della Valtellina.
Come nasce la tua passione per il mondo enologico?
“Nasce tutto da una storia di famiglia. Ho passato le vacanze d’infanzia in Valtellina, terra nota per la sua forte presenza vinicola. Molti dei miei amici sono produttori del territorio e questo mi ha permesso sin da piccola di avvicinarmi a questo affascinante mondo. Ho proseguito negli anni ad approfondire gli studi sull’argomento, diventando dapprima sommelier AIS e poi degustatrice ufficiale, nonché commissario nei concorsi nazionali. Essendo anche giornalista, la mia figura è ibrida perché, accanto al ruolo di degustatrice, mi occupo di raccontare i vini e le storie delle famiglie di viticoltori su diversi giornali di settore.”
Il tuo ruolo non si ferma alla degustazione, ma è molto più profondo e articolato.
“Credo molto nella condivisione e nella trasmissione del sapere. Per questo sono diventata
relatrice ufficiale AIS. Ad oggi sono considerata un’esperta di viticoltura alpina, oltre che essere degustatore esperto di Regione Lombardia per i vini doc e docg della Valtellina, un ruolo delicato e di grande responsabilità. Oltre a questo ricopro il ruolo di docente aggiunto dell’Istituto agrario di San Michele all’Adige, importante scuola da cui escono le più grandi generazioni di enologi d’Italia.”
Cosa significa produrre vino?
“Il vino è il suolo che calpestiamo e l’aria che respiriamo. È un prodotto che ci permette di
conoscere a tutto tondo il territorio in cui viviamo, con il potere magico di contaminare la storia, l’arte e le tradizioni. La Lombardia ha una storia millenaria in materia di vino, tutta da scoprire e valorizzare.”
Il tuo impegno nell’organizzazione delle rassegne vinicole in Lombardia è notevole. Quali sono i prossimi appuntamenti?
“Abbiamo in programma un fitto calendario. In partenza la rassegna Galli in Wine, con quattro appuntamenti volti a raccontare la Valtellina enologica e l’evento Stappati di casa, giunto alla quarta edizione e nato per promuovere la convivialità e le relazioni umane, che in età pandemica sono venute purtroppo a mancare.”
Il vino è sinonimo di storia e tradizione. Che rapporto ha con la tecnologia?
“Il vino è in continua evoluzione con la comunicazione, anche quella più futuristica. Per farvi un esempio, recentemente sono stata speaker e madrina di due edizioni della conferenza del vino del metaverso, un modo del tutto innovativo per diffondere la cultura enologica.”

A cura di Rossella Di Pierro

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