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CADUTA CON GLI SCI? ATTENZIONE ALLA LESIONE DEL LEGAMENTO CROCIATO

Una brutta caduta sugli sci per disattenzione o perché coinvolti in un incidente sulle piste, può interrompere bruscamente una domenica sulla neve o la classica settimana bianca. A volte si tratta di un trauma al ginocchio, spesso si traduce in una grave lesione: la rottura del legamento crociato anteriore (LCA). Da qui dolore, gonfiore e difficoltà a muovere il ginocchio. Molto importante, soprattutto nelle lesioni da sport, è “prevenire”, prestando attenzione durante le attività anche non agonistiche e conservando un buon tono muscolare della gamba perché contribuisce alla stabilità del ginocchio.

Ne parliamo con il dottor Alessandro Quaglia, medico ortopedicoOrtopedia e Traumatologia dello Sport di Humanitas Mater Domini e di Humanitas Medical Care Arese.

Dottor Quaglia, che cos’è il legamento crociato anteriore?

E’ uno dei 4 legamenti più importanti del ginocchio. Si trova al centro di questa articolazione e ne è il suo “perno” (o pivot) centrale e la sua principale funzione è assicurare la sua stabilità in antero-posteriore nei movimenti di flesso-estensione e di rotazione.

Quali sono le cause di una lesione del legamento crociato anteriore?

La lesione del legamento crociato anteriore è uno dei traumi sportivi più comuni, soprattutto nello sci e nel calcio, causati da rotazioni forzate o da un’eccessiva estensione del ginocchio. A volte anche gli incidenti stradali possono provocare tale lesione.
L’entità e il tipo di lesione sono correlati all’intensità del trauma che in genere è di tipo distorsivo.

Ecco perché si può presentare una lesione parziale o totale, ma a volte a queste si associano anche il danneggiamento di altre strutture dell’articolazione come la cartilagine, i menischi, i legamenti collaterali e il legamento crociato posteriore.

Lesione e rottura del legamento: quali sono i sintomi?

A causa della lesione o della rottura del legamento crociato anteriore, si sente un rumore tipo ‘clack’, il ginocchio si gonfia e sembra cedere sotto il peso del corpo. In altri casi, invece, in assenza di sintomi, possono trascorre addirittura mesi prima che ci si renda conto della lesione.

Più in generale, il sintomo più spesso percepito dal paziente è l’instabilità.

Come si può curare?

La diagnosi è soprattutto clinica, quindi è fondamentale sottoporsi a una visita specialistica ortopedica, a seguito della quale possono essere richieste indagini strumentali, quali le radiografie o la risonanza magnetica per valutare le lesioni legamentose, cartilaginee e meniscali. 

La lesione totale del legamento crociato, purtroppo, non può guarire e le conseguenze del danno non sono prevedibili. Ecco perché, a seconda della lesione, dell’età e dello stile di vita della persona, l’ortopedico può indicare una cura conservativa o chirurgica.
Solitamente, dolore e gonfiore si risolvono nell’arco di alcune settimane ed è consigliato il riposo, l’utilizzo di ghiaccio, antidolorifici e antinfiammatori. Si possono svolgere le normali attività quotidiane, ma si deve evitare l’attività sportiva, soprattutto gli sport da contatto, il calcio, lo sci, il basket e la pallavolo.
Se la lesione è parziale, talvolta si può evitare l’intervento e di deve seguire un programma riabilitativo personalizzato volto a rinforzare i muscoli della coscia. Se la lesione, invece, è totale non riparata, nel tempo si può incorrere in nuove distorsioni.

La ricostruzione chirurgica del legamento crociato: quali i vantaggi?

L’intervento è indicato a tutti i pazienti giovani, soprattutto a coloro che praticano attività sportiva, perché potrebbero essere nuovamente esposti ad un nuovo infortunio.

Oggigiorno però, l’intervento chirurgico è indicato anche in paziente non più giovanissimi ma con uno stile di vita ancora attivo.

L’intervento consiste nel ricostruire il legamento leso con uno sostitutivo, che può essere un tendine prelevato dal paziente (innesto) o, più raramente, un tessuto prelevato da un donatore di organi (trapianto).

L’intervento chirurgico si esegue in anestesia loco-regionale e con tecnica artroscopica, ossia una procedura mini-invasiva che, grazie all’uso dell’artroscopio, consente all’ortopedico di vedere e trattare tutte le strutture articolari che compongono il ginocchio.

vantaggi dell’intervento sono un dolore post operatorio ben controllato, ridotte cicatrici cutanee. Una deambulazione con stampelle è possibile immediatamente.

L’obiettivo primario naturalmente è ridurre i sintomi stabilizzando il ginocchio. La stabilità dell’articolazione è fondamentale, negli anni, per preservare in buone condizioni il ginocchio.

Altro step molto importante è la riabilitazione per poter recuperare completamente la funzionalità del ginocchio e la stabilità dell’articolazione.

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