“Non possiamo che augurarci la formazione di un governo nei tempi più rapidi possibili”. Così il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, in occasione dell’assemblea generale dell’Unione degli industriali della provincia di Varese. Bonomi si augura inoltre che il governo sia “composto da persone autorevoli, competenti e inappuntabile nella sua composizione. Un governo che confermi la posizione dell’Italia, dell’Europa e lavori nel rispetto delle regole di bilancio, dei diritti e dello stato di diritto, della scelta atlantica e della Nato, con totale condivisione delle misure comuni definite a causa dell’aggressione russa all’Ucraina”.
“Nessuno oggi può fare previsioni realistiche sulla crescita e sugli effetti del rialzo dei prezzi dopo la scelta scellerata dei russi. Serve da parte del governo una generale vasta convergenza sulle scelte, anche con le forze di opposizione. C’è bisogno di serietà, unità e responsabilità su energia e finanza pubblica” ha sottolineato il presidente di Confindustria. Serve la stessa serietà e unità “perseguita sui conti dello Stato dal Governo Draghi”, ha proseguito Bonomi dal palco dell’assemblea. “Il governo Draghi – aggiunge – è stato capace di impiegare 60 miliardi di sostegno senza pregiudicare debito e deficit. Una cosa mai successa in passato. Ma ora non si può contare sulle stesse entrate con il nuovo governo che si troverà ad affrontare spese” legate alla situazione corrente che arriveranno “facilmente a 50-60 miliardi nella prossima lege di bilancio” alle quali poi si devono aggiungere le “promesse elettorali”. Secondo Bonomi non si può “compromettere la discesa del debito perché si rischierebbe di discostarsi dagli accordo con l’Europa e questo farebbe aumentare fortemente lo spread. E se questo accade si riduce anche la voce dell’Italia al tavolo perla revisione delle regole europee per il prossimo anno. Il nostro Paese semplicemente non se lo può permettere”.
Secondo il leader degli industriali “non possiamo permetterci immaginifiche flat tax e prepensionamenti. Non vogliamo negare ai partiti di perseguire le promesse elettorali ma oggi energia e finanza pubblica sono due fronti emergenza che non possono ammettere follie per evitare l’incontrollata crescita di debito e deficit”.
Sull’energia l’Italia da sola “non ce la può fare” ma l’Europa “deve essere unita: non si può essere uniti sulle sanzioni e poi sull’energia fare da soli, lasciando che ogni Paese di muova autonomamente e lasciano più esposti quei, come l’Italia, che non ha risorse proprie come carbone e nucleare. La condivisione e la solidarietà non può esistere su un tema sì e un altro no. Servono misure condivise sull’energia”, ha concluso.