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Renato Boeri A 100 anni dalla nascita (15 maggio 1922): il Comune di Milano intitola al grande neurologo milanese il giardino situato tra via Bassini e via Ponzio nei pressi dell’Istituto neurologico Carlo Besta che gli dedica, invece, la Biblioteca

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha intitolato a Renato Boeri un giardino situato vicino all’Istituto Carlo Besta, tra via Bassini e via Ponzio. Alle ore 16:00 alla presenza della vice-presidente della Regione Lombardia, Letizia Moratti e dell’Assessore dalla cultura di Milano, Tommaso Sacchi, l’Istituto Besta ha intitolato a Renato Boeri la Biblioteca dell’Istituto Neurologico. L’occasione per questi riconoscimenti a Renato Boeri è la ricorrenza del primo centenario della nascita di Boeri, avvenuta a Milano il 15 maggio 1922. Come recita la targa del Giardino, Boeri è stato “neurologo, comandante partigiano, fondatore Consulta di Bioetica”.

Renato Boeri,  è stato uno dei più influenti medici della seconda metà del ’900ha contribuito a rinnovare la medicina italiana non solo sul lato tecnico ma anche imprimendole un carattere aperto alle esigenze sociali, in linea con quanto proposto da altri medici come l’amico Giulio Maccacaro, Franco Basaglia, Giovanni Berlinguer, etc.

La particolare attenzione alla dimensione sociale della medicina ha portato Renato Boeri a capire subito l’importanza della bioetica come nuova etica del mondo capace di controllare l’ambito biomedico. L’attitudine a coniugare teoria e prassi l’ha portato a fondare, nel 1989, la Consulta di Bioetica OnlusAssociazione di volontariato culturale dedita al promuovere la bioetica in una prospettiva laica.

Erano quelli gli anni in cui, dopo i referendum sul divorzio (1974) e sull’aborto (1981), la contrapposizione tra l’etica laica e l’etica cattolica veniva a assumere contorni più netti: Boeri capì quanto importante fosse sviluppare un’etica laica (senza assoluti morali) capace per un verso di fornire valori forti (libertà, autonomia, socialità) per una società sempre più secolarizzata, e per l’altro di accogliere le istanze del pluralismo etico così da evitare le “guerre culturali” foriere di tensioni sociali.

In questa prospettiva già nel 1990 Boeri sostenne il testamento biologico, che 27 anni dopo ha assunto valenza giuridica grazie alla Legge Lenzi n. 219/17.

Figlio di Giovanni Battista Boeri, senatore nella Prima Legislatura repubblicana, poco più che ventenne Renato ha interrotto gli studi iniziati all’Università degli Studi di Milano per arruolarsi assieme al fratello Enzo nella Resistenza. Dal dicembre 1944 è stato comandante della 7ª Brigata “Paolo Stefanoni” della Divisione Valtoce, formazione operante nella zona del Verbano-val d’Ossola. Chiamato “Renatino” si è distinto per numerose imprese di valore e per le difficili trattative coi comandanti tedeschi per lo scambio di prigionieri.

Dopo la Liberazione è tornato a Milano, dove si è laureato nel 1948 in medicina, mostrando da subito interesse per la neurologia e la psichiatria (allora ancora unite), ha lavorato all’Ospedale psichiatrico Paolo Pini e collaborato con l’Istituto neurologico Carlo Bestadove è diventato primario dal 1968 e Direttore dal 1977 al 1987.

Numerosi e importanti sono stati i suoi contributi scientifici, soprattutto connessi alle cefalee e alle patologie dei vasi cerebrali. Molto noto in Italia, dove è stato segretario della Società Italiana di Neurologia e consulente del Ministero della sanità. Nel 1979 ha fondato l’Italian Journal of Neurological Sciences, che ha diretto fino al 1993. Sul piano internazionale, sin dagli anni ’60 è stato socio della World Federation of Neurology. Nel 1980 è stato nominato “Membre d’honeur à titre étranger” della Société de neurologie française, e nel 1982 socio ordinario della New York Academy of Sciences; nel 1983 “Honorary-Corresponding Member” della American Academy of Neurology. Infine, nel 1985, socio della Royal Society of Medicine di Londra e della International Headache Society.

Aveva progetti di ampio respiro per favorire l’allargamento dell’autonomia in linea con l’orizzonte europeo che la morte prematura gli ha impedito di realizzare. Ma la sua intuizione di fondo circa la bioetica laica e il suo rilievo sociale si è consolidata e costituisce uno dei suoi più importanti contributi culturali.

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