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8 marzo, donne nelle professioni legali: un arbitro su cinque è donna

Con il “Pledge” la Camera Arbitrale di Milano è impegnata per un’equa rappresentanza

Sul tema dell’equa rappresentanza nei Tribunali Arbitrali, la Camera Arbitrale di Milano (CAM) da anni si impegna per la riduzione del divario di genere, anche grazie alla sottoscrizione dell’”Equal Representation in Arbitration Pledge”, un formale impegno e un invito alla comunità arbitrale internazionale ad aumentare, sulla base di pari opportunità, il numero di donne nominate come Arbitri, con l’obiettivo finale della piena parità. Sottoscritto nel 2016, ad oggi hanno aderito al Pledge numerosi studi legali internazionali e Istituzioni arbitrali di tutto il mondo. 

Sul totale delle donne nominate Arbitro quest’anno nei procedimenti amministrati da CAM (37 nomine), 29 sono state nominate dalla CAM, che in percentuale rappresenta il 78,5% del totale delle nomine di Arbitri donna; la quota delle nomine di donne diminuisce se la nomina spetta alle Parti e sostanzialmente si azzera se avviene ad opera di Co-Arbitri o di altri soggetti delegati alla nomina. Sono 181 in totale le nomine di Arbitri sia di genere maschile che femminile nei procedimenti amministrati da CAM nel 2021; di queste nomine 37 sono state le donne nominate sia da CAM che da Parti o da Co-Arbitri (pari al 20,4% ovvero una nomina ad Arbitro su cinque è assegnata ad una donna). In CAM una nomina su due spetta a una donna: su un totale di 70 nomine di Arbitri (sia uomini che donne) effettuate da CAM, 29 sono le donne nominate da CAM, pari al 41,4% del totale delle nomine effettuate dalla CAM.  Le Parti hanno nominato nel 2021 88 arbitri, di questi 7 sono donne (7,9% delle nomine totali). I Co-Arbitri hanno nominato 23 arbitri, di questi 1 nomina è di genere femminile (pari al 4,3% delle nomine totali).
Ha dichiarato Stefano Azzali, Direttore Generale della Camera Arbitrale di Milano: “Dalla sottoscrizione del Pledge, ovvero di un impegno formale assunto nel 2016 a livello globale volto all’obiettivo dell’equa rappresentanza del genere femminile nelle Corti arbitrali internazionali, se da un lato è ravvisabile la costante crescita del numero di arbitri donne nominate dalla Camera Arbitrale di Milano, è da riscontrare una situazione di stallo se non addirittura di contrazione nei casi in cui la nomina sia affidata alle Parti, ai Co-Arbitri e ad altre autorità. E’ auspicabile che al momento della nomina degli arbitri, le parti, i difensori e i co-arbitri tengano a mente il valore aggiunto che può derivare dal rendere i tribunali maggiormente rappresentativi della partecipazione non solo quantitativa, ma soprattutto qualitativa, delle donne nel mondo dell’arbitrato”.

 

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