“Il 23 dicembre 1978, con l’approvazione della legge di riforma 833 si istituiva il Servizio Sanitario Nazionale, al termine di un processo di maturazione lungo, le cui radici risalgono all’entrata in vigore della Costituzione il 1° gennaio 1948. Un modello di sanità pubblica ispirato da princìpi di equità e universalismo e finanziato dalla fiscalità generale che sostituiva il sistema assicurativo pubblico in vigore fino a quel momento, basato sulle casse mutue legate alle diverse categorie di lavoratori, e che attuava il diritto alla salute previsto dall’articolo 32 della Costituzione, estendendo l’erogazione delle prestazioni sanitarie a tutta la popolazione. L’istituzione del SSN ha rappresentato una scelta fondamentale di straordinaria civiltà, che ha posto il sistema di welfare del nostro Paese in linea con quelli dei principali paesi europei, diventando, nel tempo, un modello da imitare, anche per la presenza di elementi originali e innovativi”. Lo afferma la Presidente di Aiop (Associazione italiana ospedalità privata), Barbara Cittadini, in occasione dei 45 anni del Servizio Sanitario Nazionale.
“Il Sistema, sin dalla sua configurazione originaria, attribuisce allo Stato la funzione pubblica di tutela della salute – continua Cittadini – esercitata tramite il ricorso a strutture di diritto pubblico e a strutture di diritto privato. È lo stesso legislatore, quindi, che ha concepito il SSN come un corpo unico, caratterizzato dalla piena integrazione di due anime che collaborano per garantire alla collettività la migliore offerta sanitaria possibile. Eppure negli ultimi anni si è assistito a una costante strumentalizzazione, conseguenza di pericolosi e anacronistici condizionamenti ideologici che, sovente, hanno inquinato il dibattito e hanno portato a compiere scelte, talvolta, ambigue con il risultato di limitare l’offerta sanitaria e bloccare il necessario percorso di efficientamento del SSN, dando luogo a contraddizioni preoccupanti”.
Prosegue la Presidente di Aiop: “Si pensi ai dati sulla qualità degli outcome clinici che ci mostrano in modo chiaro un’estrema variabilità nella qualità delle prestazioni, in ogni regione e tra regioni diverse. Tale variabilità nei fatti si traduce, purtroppo, in fenomeni drammatici di iniquità di accesso alle prestazioni, migrazione sanitaria patologica e rinuncia alle cure: tutti elementi che minano le basi solidaristiche e universalistiche alle quali il SSN s’ispira”.
“È per queste ragioni che il quarantacinquesimo anniversario della nascita del SSN deve rappresentare, a mio avviso, l’occasione per avviare un processo di distensione. È necessario tornare a ragionare in un’ottica di sistema: superare le contrapposizioni e instaurare una collaborazione virtuosa e sistematica tra la componente di diritto pubblico e la componente di diritto privato, riportando al centro i principi fondanti del SSN, in particolare la tensione del Sistema a un’equità verso l’alto, a tutto vantaggio degli utenti” conclude Cittadini.